
Nel lavoro del middle management, uno degli elementi più critici non è il cambiamento in sé, ma la mancanza di spiegazioni che lo accompagnano. In molte organizzazioni, i middle manager si trovano a dover motivare team, gestire resistenze e dare senso a scelte strategiche che loro stessi non comprendono. Questo articolo esplora perché il “perché” è così fondamentale e quali impatti ha sulla motivazione, sulla coerenza interna e sulla leadership.
Ogni persona che occupa un ruolo intermedio in azienda sa quanto sia importante comprendere il senso delle decisioni.
Il “perché” non è un dettaglio filosofico: è un elemento operativo.
Harvard Business Review sottolinea come la trasparenza nelle decisioni aumenti la fiducia e l’ingaggio del team (“The Business Case for Transparency”, HBR, 2021).
Quando il “perché” manca, il middle manager si trova in una posizione complessa: deve tradurre, comunicare e sostenere decisioni prese altrove senza avere gli elementi per farlo con coerenza.
È in questo contesto che, durante una sessione di coaching, un middle manager mi ha detto:
Una frase semplice, ma potente. Racconta un’esperienza comune e spesso taciuta.
Contrariamente a quanto si pensa, i middle manager non sono allergici al cambiamento. Anzi: lo gestiscono ogni giorno.
Il problema nasce quando il cambiamento non è accompagnato dal senso.
Quando il “perché” di una scelta rimane chiuso nei livelli superiori, accadono due cose fondamentali.
Le persone non rifiutano le novità: rifiutano ciò che non capiscono. Senza contesto, ogni nuova richiesta appare come:
un ulteriore carico
un’imposizione
una decisione arbitraria
una fatica che non si capisce da dove nasce
Il middle manager diventa così il primo parafulmine del malcontento, pur non essendo stato coinvolto nella decisione.
Essere un ponte tra strategia e operatività richiede equilibrio. Quando il contesto non viene fornito, il ponte traballa.
Un’assenza di “perché” genera:
incoerenza percepita
difficoltà nel motivare
minore credibilità
maggiore distanza tra livelli
aumento delle micro-fratture nel clima interno
E chi paga il prezzo? Sempre chi sta nel mezzo.
La leadership intermedia perde solidità non per mancanza di competenze, ma per mancanza di informazioni.
In molte aziende si sottovaluta il potere del contesto.
Simon Sinek, con il suo noto framework “Start With Why”, ha reso evidente qualcosa che nella pratica manageriale osserviamo da anni:
quando le persone capiscono il senso, la motivazione cresce in modo naturale.
Il “perché” permette di:
dare coerenza alle decisioni
ridurre le resistenze
aumentare il commitment
far sentire le persone parte di un disegno più ampio
sostenere i manager nella comunicazione con il team
Non è un di più. È una leva strategica.
Senza il “perché”, il middle manager diventa:
un portatore di messaggi
un esecutore di direttive
un filtro tra malumori e decisioni
Con il “perché”, invece, diventa:
un facilitatore del cambiamento
un interprete credibile della strategia
un leader capace di dare senso all’azione
La differenza non è sottile: è organizzativa, culturale, manageriale.
Ti è mai capitato di dover dare un senso a una decisione che non ti era stata spiegata? Spesso è lì che nasce la fatica vera.
Se vuoi approfondire come posso supportare la tua realtà:
Molte organizzazioni stanno investendo su percorsi specifici per rafforzare la leadership intermedia, migliorare la comunicazione verticale e sostenere i manager “nel mezzo”.
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