Includere le nostre diversità interne: costruire ponti tra vita e lavoro

Quando si parla di diversità e inclusione, spesso il focus è sulle differenze che caratterizzano ciascunə di noi: genere, età, background culturale, abilità. Ma la diversità non riguarda solo le persone attorno a noi; riguarda anche la molteplicità di identità e sfaccettature che esistono dentro di noi.

Ogni giorno portiamo con noi due mondi: la nostra identità professionale e quella privata. Per decenni, ci è stato detto che questi due mondi dovrebbero rimanere separati. Nel lavoro, ci insegnano che dobbiamo essere professionali, lasciando a casa tutto ciò che non ha direttamente a che fare con i nostri compiti e obiettivi lavorativi. Nella sfera personale, invece, cerchiamo di mettere da parte le sfide e le pressioni del lavoro, in un continuo sforzo di mantenere queste due dimensioni più distinte possibili.

Ma è davvero possibile e utile mantenerle separate? O forse, in questo tentativo, rischiamo di sentirci frammentatə, quasi spezzatə, impedendoci di trarre beneficio dalle nostre esperienze più ampie e complete?

L’importanza di includere le “nostre diversità interne”

Includere le nostre diversità non significa soltanto accogliere e rispettare le differenze che ci contraddistinguono dagli altri, ma anche accettare e valorizzare le diverse sfaccettature di noi stessi e stessi. La nostra identità professionale può beneficiare profondamente delle competenze, delle abilità e delle lezioni apprese nella sfera privata, così come la nostra vita personale può arricchirsi delle conoscenze, delle esperienze e delle abilità acquisite sul lavoro.

L’idea di costruire “ponti” tra queste due sfere offre l’opportunità di liberare un flusso continuo di energie, risorse ed emozioni, permettendo a ciascuna parte di noi di influenzare positivamente l’altra. Così facendo, il nostro “io” diventa più coeso, autentico e pienamente connesso.

Benefici della connessione tra vita privata e vita professionale

Costruire ponti tra la vita e il lavoro comporta numerosi benefici sia per l’individuo che per l’organizzazione. Eccone alcuni:

1. Maggiore autenticità e benessere : quando sentiamo di poter essere noi stessi anche sul posto di lavoro, sperimentiamo una maggiore autenticità e benessere. Non ci sentiamo obbligatə a indossare maschere o ad adattarci a ruoli rigidi e predefiniti, e questo riduce lo stress e migliora la soddisfazione personale.
2. Valorizzazione delle competenze trasversali : le esperienze personali spesso sviluppano competenze trasversali come l’empatia, la resilienza, la capacità di problem-solving e la gestione delle emozioni. Queste competenze sono incredibilmente preziose anche nel contesto lavorativo e possono migliorare la qualità delle relazioni e delle performance professionali.
3. Creatività e innovazione : la diversità interna favorisce l’innovazione. Quando lasciamo fluire idee e intuizioni tra la nostra vita personale e il lavoro, ampliamo la nostra prospettiva e siamo più predisposti a trovare soluzioni creative a problemi complessi.
4. Sostenibilità ed equilibrio : un individuo che riesce a mantenere l’equilibrio tra tutte le sue parti è più sostenibile nel lungo termine. Separare troppo rigidamente le sfere della vita e del lavoro può portare a un esaurimento emotivo, mentre un approccio integrato ci permette di conservare e rinnovare le nostre energie.

Come costruire questi ponti nella vita quotidiana

Passare dalla teoria alla pratica non è sempre facile, ma ci sono piccoli passi che possiamo fare ogni giorno per costruire un ambiente di lavoro che accoglie e valorizza tutte le nostre sfaccettature:

1. Portare se stessi al lavoro : sii apertə nel condividere qualche dettaglio della tua vita personale che senti possa arricchire le tue relazioni professionali. Potrebbe trattarsi di un hobby, di una passione o di un’esperienza vissuta che ti ha insegnato una lezione importante.
2. Riconoscere e valorizzare le competenze trasversali : riflettiamo sulle competenze che abbiamo sviluppato in contesti non professionali e come possono essere utili sul lavoro. Ad esempio, la pazienza acquisita con il volontariato, la capacità di negoziare tra amici o familiari, o la flessibilità appresa viaggiando.
3. Creare spazi di condivisione : se gestisci un team, considera l’idea di creare momenti di confronto su temi che vanno oltre il lavoro. Uno spazio di dialogo può facilitare una maggiore connessione e comprensione tra colleghi, aiutando ciascunə a sentirsi accolto e visto per la propria interezza.
4. Sostenere un ambiente inclusivo : un’organizzazione inclusiva che incoraggia ciascunə a essere sé stessə. Per raggiungere questo obiettivo, servire un impegno collettivo e la volontà di superare stereotipi e pregiudizi interni, non solo tra le persone, ma anche rispetto a ciò che consideriamo “privato” o “professionale”.

Domande per riflettere

Per concludere, vi lascio con alcune domande che spero possano stimolare una riflessione personale:

• Ti capita di percepire una barriera tra la tua vita privata e la tua identità professionale?
• Quali risorse personali potrebbero arricchire la vostra esperienza lavorativa, e quali competenze professionali potrebbero rendere più significative le vostre esperienze personali?
• Quali piccoli passi potete fare per integrare meglio le vostre diverse sfaccettature e costruire ponti tra le vostre identità?