Qualche giorno fa ho dovuto guidare un momento importante.
Un evento grosso, tante persone, un contesto internazionale.
E, per quanto fossi preparata, la verità è che… ero in crisi.
Due giorni prima dell’evento avevo crampi allo stomaco.
Il giorno prima, un’ansia talmente alta da farmi desiderare il teletrasporto.
La notte prima? In bianco.
E la mattina dell’evento, con il cuore in gola, cercavo di convincermi che andava tutto bene.
La mia mente mi regalava i soliti pensieri gentili:
“Non sei pronta.”
“Si accorgeranno che non sei capace.”
“Forse potresti anche fingere uno svenimento elegante…”
Poi mi sono guardata allo specchio e mi sono detta:
“Vai bene così come sei. Crampi compresi.”
E sono andata. Con tutta la mia umanità in valigia.
Spoiler: è andata bene.
(La camomilla post-evento però non me l’ha tolta nessuno.)
Condivido questa esperienza non per spettacolarizzare la fatica, ma perché mi sta a cuore un messaggio semplice e, credo, potente.
Non credo nei leader perfetti.
Credo in quelli che tremano… e lo fanno lo stesso.
In chi non si nasconde dietro un’immagine impeccabile, ma sceglie la presenza autentica.
Per me, la vera forza sta lì.
Nell’accettare le proprie fragilità.
Nel trasformare il limite in connessione.
Nel mostrarsi per quello che si è, non per quello che si “dovrebbe” essere.
Nella mia esperienza di coach e formatrice, incontro spesso persone che si sentono “fuori posto” perché non corrispondono all’idea classica di leadership: sempre sicura, sempre performante, sempre “a posto”.
Ma oggi il mondo del lavoro ha bisogno di altro.
Ha bisogno di guide che sappiano ascoltare, sentire, dubitare, restare.
Che sappiano dire “non lo so, ma ci sono”.
Che sappiano creare spazi dove anche l’ansia può diventare energia.
Che non usano il comando, ma la presenza.
Questa è la leadership in cui credo.
Quella che porto in aula, nei team, nei percorsi individuali.
Quella che non fa finta di non avere crepe, ma ci fa passare la luce attraverso.
Se ti occupi di persone in azienda e stai cercando modi nuovi per parlare di leadership, emozioni e presenza autentica, scrivimi.
A volte, i cambiamenti iniziano da una semplice conversazione.
Anche davanti a una camomilla.
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