Tra i concetti chiave della DE&I, l’Equità è quello che spesso crea maggiore confusione. Ma cos’è realmente?
Una delle maggiori incomprensioni riguardo all’equità è l’idea che significhi trattare tuttə allo stesso modo. La verità, però, è molto diversa. L’equità non è l’uguaglianza. Non significa che ogni persona in azienda debba avere gli stessi strumenti o opportunità esattamente uguali agli altri. Al contrario, l’equità implica il riconoscimento che ciascunə di noi parte da una situazione diversa, ha bisogni diversi e si trova di fronte a sfide diverse. Di conseguenza, per offrire a tuttə le stesse opportunità di successo, dobbiamo garantire che ciascunə abbia ciò di cui ha bisogno per superare le proprie specifiche barriere.
Pensa alle biciclette. Non avrebbe senso dare a tuttə la stessa bicicletta e aspettarsi che tuttə pedalino alla stessa velocità o raggiungano lo stesso traguardo. Ci sono persone alte, basse, con necessità fisiche differenti o livelli di abilità diversi. Alcuni hanno bisogno di una bici da corsa, altri di una bici elettrica, mentre qualcunə potrebbe aver bisogno di una handbike. L’equità significa riconoscere queste differenze e fornire a ciascunə lo strumento più adatto affinché tutti possano pedalare insieme verso lo stesso traguardo.
In azienda, questo concetto si traduce nel garantire che ogni persona riceva ciò di cui ha bisogno per crescere e prosperare. Significa offrire formazione personalizzata, garantire l’accessibilità delle strutture, e adattare gli strumenti e le tecnologie affinché tutti possano lavorare in modo efficiente e soddisfacente.
Ma equità non vuol dire semplicemente offrire opportunità materiali: si tratta anche di creare un ambiente psicologicamente sicuro, dove ognunə possa sentirsi liberə di essere se stessə, senza timore di giudizi o discriminazioni. È questo il cuore dell’inclusione: non solo accogliere le differenze, ma valorizzarle come risorsa per l’intera organizzazione.
Un esempio concreto di come l’equità possa manifestarsi in azienda? Prendi un coro aziendale. Non si chiede a tuttə di cantare la stessa nota, o di avere la stessa estensione vocale. Al contrario, si incoraggia ognunə a trovare la propria voce, la propria tonalità, e a contribuire in base alle proprie capacità.
Nel coro, come in azienda, il risultato finale è la somma delle singole parti. E quando le differenze si armonizzano, quando si riconoscono e si valorizzano, allora si crea qualcosa di davvero straordinario. Ogni voce conta, ma nessuna è uguale all’altra, eppure tutte concorrono a un risultato comune. È questo il vero significato di equità: dare a ciascunə lo spazio e gli strumenti per contribuire al meglio.
Non chiederei mai al tenore di fare il basso, perché non sarebbe giusto e nemmeno produttivo. Allo stesso modo, in azienda, non possiamo aspettarci che tuttə facciano lo stesso lavoro o che abbiano lo stesso percorso di crescita. Dobbiamo riconoscere le differenze, e fornire a ciascunə ciò di cui ha bisogno per far brillare il proprio talento.
Alla luce di tutto questo, la domanda è: come possiamo promuovere l’equità nei nostri team? Trattiamo tuttə allo stesso modo o siamo in grado di riconoscere che ogni persona ha bisogno di un diverso approccio per esprimere il meglio di sé?
Ci sono vari modi in cui le aziende possono impegnarsi a creare un ambiente equo, tra cui:
Se vuoi sperimentare in modo pratico cosa significhi equità e inclusione, perché non provare un coro aziendale? È un’attività che non solo unisce le persone, ma mette in pratica il concetto che ognuno ha una propria voce e un proprio ruolo da svolgere.
E non preoccuparti, non serve essere la prossima Giorgia o il prossimo Andrea Bocelli per partecipare! 😉 Il bello del coro è che, come in azienda, il risultato dipende dalla collaborazione e dal contributo di tuttə.
Scrivimi per scoprire come possiamo portare un po’ di armonia nel tuo team!
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